Piovono poesie come bombe su Piazza del Duomo, Milano. Al crepuscolo, saranno state le 7 e un quarto e a un quarto alle dieci ancora si vedevano segnalibri venire giù come detriti di carta, la luna piena, dall’alto delle guglie, nel cielo, Milano.
L’elicottero compare nel cielo e si sente il rumore; fa una prima gettata, poi si allontana; ritorna e gira sopra le teste dei turisti e dei milanesi che si trovano in piazza. Continua a lanciare. Cadono poesie. Segnalibri di carta con su scritte poesie italiane e cilene. Più di 100mila. Svolazzano come doppie ali di farfalline, prendono strani luccichii dai riverberi del sole che comincia a calare. A volte, giù dai portelloni, vengono lanciate in una raggiera che resta compatta, arrivano al suolo ancora attaccati e la gente si avventa per conquistarsene uno. “Cosa sono?” chiede un ragazzo che non è venuto in Duomo apposta per l’evento. “Sono poesie! Un elicottero le lancia dal cielo. È una manifestazione culturale che ricorda i bombardamenti delle guerre che hanno colpito particolarmente le città e le piazze. Quest’anno è stata fatta a Milano, in occasione di Expo 2015″(http://milano.fanpage.it/milano-sabato-26-settembre-100mila-poesie-piovono-su-piazza-duomo/). Una ragazza, parla italiano con inflessione straniera, commenta insieme all’amica: “Forse sono buoni sconto” e sistema il book che le scivola da sotto il braccio – siamo nel pieno della settimana della moda, a Milano. I venditori ambulanti cercano anche loro di accaparrarsi le poesie venute dal cielo, usano il bastone dei selfie come prolungamento del braccio. Forse le rivenderanno ai turisti maleaccorti, un espediente da alternarsi a quello dei bracciali posati sul braccio. Un uomo, invece, resta deluso: appostato sugli scalini del Duomo commenta il gesto di chi raccoglie un segnalibro ferito, restato a terra non visto (o sprecato?) “Ma sono solo poesie…!” “Si! Lo sono!”. I più si accalcano con il naso per aria e le braccia al vento, seguono la poesia che hanno adocchiato e si scontrano, bisticciano un segnalibro sfuggito per poco e rubato da un altro…”Ma io l’ho toccato per primo!”. L’occhio dispiaciuto di una bambina superata da una mano che invece arriva più in alto. Qualcuno dice: “Magari poi nemmeno le leggono”. E i piccioni si spaventano, volano bassi, svuotano per un poco la piazza, si rifugiano. Anche le poesie, quando stanno ancora in alto, paiono stormi, rondini alla maniera di come si disegnano, scendono planando.
Alla fine, Milano, si colora dei giochi della luce sopra i muri, prende all’imbrunire una nuova atmosfera e la gente fluisce verso i Navigli, va, è sabato sera.
Alice S.


