Un giorno insegniamo a qualcun altro ciò che abbiamo imparato; un giorno prendiamo atto di ciò che abbiamo avuto e lo restituiamo.
***
Qualcosa deve nascere;
adesso.
Ci chiede e insegna più luce più
coraggio
ciò che muore di maggio;
e traduce una linea sporca: ricorda
i foulard colorati di lunedì mattina
“Dimmela bene la geografia”
con tutta la precisione che era ubris divina
contro l’adolescenza.
Dimmela bene la storia, le guerre epiche
che si fanno a un certo punto
coi fiori neri sbocciati addosso.
Il domani ci interroga e la vita
assomiglia a un aoristo
difficile, di quelli che “speriamo non capiti”
di quelli che il senso
“non ho capito”.
(20 Maggio 2017)
Alice Serrao
ps.
A volte, quando spiego geografia, risento il tono della voce (ogni ricordo esige una precisione irripetibile) con cui la prof.ssa Maria Pravettoni esortava a indicare “con la punta della penna”, se facevamo un segno vasto, dove fosse più o meno un fiume, un rilievo. A un certo punto nella vita c’è un passaggio di testimone, la responsabilità di tramandare.
Bellissima poesia
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Grazie!
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