Racconti metropolitani – Città innamorata

#raccontimetropolitani: città dai bastioni di Porta Romana

Fa una sterzata brusca con la guida, sorpassa, dice “non avere paura”. Il semaforo è rosso mentre mi trattiene la mano sul cambio, alza il volume, è sicuro. “Dai, tirala fuori la voce che sei capace, se vuoi!” Mi fa sbagliare la strofa, anticipare l’attacco sulla via Novara. Ride di gusto. Sfotte, mi ripete il la, l’intonazione. Dice “saresti da registrare, da risentire ogni sera cento volte prima di dormire”; mette in folle senza spegnere il motore. Dice – ti potessi alzare il canto, il sì dal cuore.

Alice Serrao

***

Ho sognato l’auto, la tua nuova andava
a fuoco tutta a partire dallo stereo
sotto gli occhi, ricordo, bruciava.
Cosa direbbero interpretazioni accurate?
Freud nominato per sembrare
quasi consapevoli del caos delle sinapsi.
Direbbero: era per rabbia: la bocca
guardata nel gesto divorante della carpa,
la mandibola che bacia l’altra.
Direbbero: era per voglia, per il tempo
che siam state sedute, come
un doppio tabernacolo, senza toccare.
Deve essere stato quell’alzarti, – fare
con le mani una provocazione di candela,
mistificare fino a credere davvero
di essere io non tu – ad appiccare.

(8 Giugno 2015)

Alice S.