Noi due

Noi due che siamo spalancati al vuoto
tenero a un nuovo salto, precipizio.
Mentre fai un colpo di tosse alla bocca
io ci leggo il segno, vaticinio santo
di un peccato precedente, risacca dell’acqua,
la madre andata persa dopo aver schiarito
la voce, in una stanza di corsia.
Chiami dal sangue fuori il canto e accendi
qualcosa dentro, quando rovesci
il punto cardinale dello sguardo – dici
sei tu che mi fai pieno, dito profondo nel costato.
La me che schiudi al cuore trasparente
dell’umano, mi ritorna cento volte
moltiplicata nella lingua che fa nuove le cose
pronunciate. Così non stupire se ti scelgo
mentre chiami dio sulla mia gola,
e stare in due avvera una promessa
finalmente incarnata.

(4 Novembre 2016)

Alice Serrao

Autori in vetrina. Libreria Bocca – Milano

4 Dicembre 2016. Milano, Galleria Vittorio Emanuele, Libreria Bocca. 

“Piacere Alice!” dice il proprietario della storica Libreria Bocca di Milano quando mi presento al suo bancone. Mi guarda nel mio vestito verde e nero con lo scollo che è una ferita orizzontale sopra il petto. Dice: “Allora non so se l’editore ti ha spiegato… funziona così: tu leggi le tue poesie da A piene mani, o inedite, mentre stai seduta in Vetrina. Se i passanti si incuriosiscono, entrano! …sei giovane sei carina scrivi bene…in bocca al lupo!”

Prendo posto nella vetrina tra i libri, apro A piene mani e comincio a leggere. Leggo per più di quaranta minuti, leggo tanto, forse anche un’ora. Davanti agli occhi mi cammina tutta Milano accesa come l’albero di Swarovski che fa preziosa la Galleria. Ognuno nella sua sfida natalizia di regali, ognuno con il proprio bagaglio di tempo e di vita; la cultura sta seduta a pochi metri dai negozi di Prada e Luis Vuitton. Alcuni la notano. Molti si avvicinano alla vetrina dove stanno appesi foglietti con poesie autografe sul vetro, la letteratura come promemoria, versi su post-it. I più curiosi entrano dentro per sentire la voce; la mia voce; ché da fuori è solo il gesto del labiale, muto, è solo la prossemica di un’emozione, da capire meglio da ascoltare. Qualcuno mi fa una foto: il giapponese stupito e sorridente mi ringrazia con il pollice alzato della mano per avere acconsentito allo scatto. Molti leggono dal libro quello che sto dicendo e non sentono, come fossi dentro un acquario, un isolamento sonoro. Io i passanti li guardo – le poesie le conosco molte volte le recito e non leggo – e quelli che guardo mentre parlo si sentono chiamati, presi nella direttrice esatta della pupilla che è comunque un linguaggio. Quelli che guardo mentre parlo pensano “si sta rivolgendo proprio a me” ed entrano.

Questa vetrina è un punto di vista privilegiato, sono io che guardo gli altri mentre mi guardano, quest’esperienza è uno sguardo originale su Milano.

Alle mie spalle ci sono quelli che invece sono venuti apposta per sentirmi: ci sono Paolo, mia madre e cinque miei alunni. Ci gioco sul dialogo, sul dono della voce, li invito a turno. E questa vetrina diventa uno scambio, un dire prezioso. Apro il cuore insieme alle pagine: leggiamo a due voci, a versi alternati, a incastri di parole, a toni sovrapposti. I ragazzini si divertono, provano, osano. Io mi emoziono e penso a un verbo: condividere.

Questa poesia che si fa città e si spezza per tutti come il pane.

Alice Serrao

Autori in Vetrina_Libreria Bocca

 

C’era una volta…

C’era una volta…

è l’incipit giusto per cominciare una storia e se ho aperto questo blog è proprio perché voglio raccontare qualcosa.

Non sono certo la prima a dire che l’uomo ha bisogno di storie, di favole da ascoltare, così come a dire che l’uomo ha bisogno di bellezza, e oserei: anche di poesia. D’altronde tutto il nostro pensiero ha come ossatura il linguaggio. La magia della parola è ciò che ci permette di raccontare il mondo e perfino la nostra stessa identità è il racconto di noi che proponiamo a noi stessi. Dunque la parola è un prezioso strumento di conoscenza e di condivisione; ma anche una traccia che possiamo lasciare della nostra esperienza.

Ecco, questo blog desidera muoversi nel mare della letteratura e dare spazio alla poesia, che è il mio modo preferito di raccontare…