Isola

 

È il quattro di luglio su un’Isola piena
di mare e di sole; ci sono quattro bambini
che giocano a fare un assalto alla nave
davanti al mio ombrellone. Con certezza
sanno distinguere i buoni e i nemici
tra i pirati sul ponte, “…ammainare le vele.”
Ho immaginato che anche tu abbia dato
istruzioni precise su come espugnare
il forziere e ripetuto parole sentite
dai grandi nei film per farle ridire ai corsari
“Facciamo finta che dici…boom! e gli spari!…”
E poi “dopo mamma eddai” tieni le mani per fare
ombra sugli occhi mentre insiste e ti scatta
una foto. Amore, sono i tuoi anni piccoli,
quelli senza di me e senza voragini,
me li mostra un rullino vent’anni più tardi.

In soggiorno una cartolina dagli anni Novanta
Baci baci dal mare

(Isola d’Elba, 4 Luglio 2017)

Alice Serrao

Pesce

Il pesce il blu del catino da cui ti fissa
immoto l’occhio della trota mentre
la stai sventrando, le dita spinte nelle
viscere nel sangue che ha memoria
del pescato. La ruga lunghissima
per lo zelo con cui predisponi il risciacquo.
Vedi, c’è sempre dell’acqua alla fine e all’inizio
la morte pulita ripete la quiete
della bocca prima che gratti sull’amo.

(28 Febbraio 2017)

Alice Serrao

***

Amore amore è stato adesso
mi dovrò abituare – avevi detto.
I pescatori al largo, la vela che si vedeva
è sera ed è mattina pioggia,
il Narratore: buonanotte Tortoreto
si svegli il lupo e la puttana.
Alla vecchia sopra il tavolo
le reti di ritorno e incastrate tutte
le perle e il seme opaco della schiuma
delle onde. Vedo. E il buio delle carte
era perfetto.

(18.06.13)

L’amore abita sempre una città. Quando si è innamorati la città assume potenza. Innamorarsi amplifica le percezioni. Il mondo ci arriva in tutt’altro modo. Bisogna abituarsi alle novità. Come a un nuovo taglio di capelli: le dita improvvisamente si fermano brusche alla nuca senza le lunghezze. La città è una città di mare; una città precisa e qualunque, come le città di Calvino, che hanno architetture e lagune in cui distinguere cosa è possibile tirare in salvo e cosa no. Un aforisma recita: Amo. La parola più pericolosa per i pesci e per l’uomo (PulcinoElefante). La città, quando piove, viene raccontata in un gioco di carte; ciascuno tiene il suo ruolo al coperto. Alcuni lo chiamano istinto, vedere le carte chiama a un’esperienza del rischio, un venire allo “scopo aperto”.

Alice Serrao