parole scarne

Con una indicibile tenerezza, la parola scavata
tenuta al buio per anni, il segreto di una erosione
centellinata; vorrei che pronunciassi adesso
com’è stata la tua di ferita. Abbiamo più caratteri,
più anni e soldi nei telefoni possiamo essere meno
scarnati. Non ti sono più stata davanti, mi sono
reincarnata in sillabe più dure. Siamo cresciuti;
spero che la vita abbia messo una buona parola.
Adesso puoi dirmela: dimmela adesso posso
sopportarlo, con la tua bocca il nome,
puoi pronunciarmi.

7 Luglio 2018

Alice Serrao

Assemblea

Entra in biblioteca vestito da lavoro
con la cravatta – come recita la frase
che ho trascritto per tutti alla lavagna;
il monogramma sopra la camicia
mi fa pensare a te
e un profumo di tabacco e dopobarba
mi arriva alla cattedra. Partecipa alla vita
scolastica del figlio e provo a indovinare
il suo cognome in una somiglianza.

Ho pensato a te, fra dieci anni, in prima fila
la stessa espressione un po’ sfidante un po’
curiosa, che avresti tu, che hai avuto,
un desiderio di domanda.
A cuore in gola,
devo averla spiegata per te, la lezione,
la materia, a questo tuo stare in un
futuro annuire di padre.

 

(Legnano, 9 Ottobre 2018)

Alice Serrao

Eden

Ma in questo viale quando chiami
sono tutta occhi tutta cielo e centimetri
aperti alla pioggia che impregna il colore
alle foglie sul prato. Il gomitolo
che tieni nei pugni libera il profilo
e sono tutta veleno tutta la pelle
del serpente che ha mutato.
E nuvole e tracce di Eden
si salva tra noi due l’essenziale,
femmina maschio, conoscere tutte
le cose che la lingua ha chiamato,
dire ora il tuo nome se ti piace:
esisti! è solo a smettere questo farci
più vivi che facciamo peccato.

(11 Febbraio 2014)