Geografia

Un giorno insegniamo a qualcun altro ciò che abbiamo imparato; un giorno prendiamo atto di ciò che abbiamo avuto e lo restituiamo.

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Qualcosa deve nascere;
adesso.
Ci chiede e insegna più luce più
coraggio
ciò che muore di maggio;
e traduce una linea sporca: ricorda
i foulard colorati di lunedì mattina
“Dimmela bene la geografia”
con tutta la precisione che era ubris divina
contro l’adolescenza.
Dimmela bene la storia, le guerre epiche
che si fanno a un certo punto
coi fiori neri sbocciati addosso.
Il domani ci interroga e la vita
assomiglia a un aoristo
difficile, di quelli che “speriamo non capiti”
di quelli che il senso
“non ho capito”.

(20 Maggio 2017)

Alice Serrao

ps.
A volte, quando spiego geografia, risento il tono della voce (ogni ricordo esige una precisione irripetibile) con cui la prof.ssa Maria Pravettoni esortava a indicare “con la punta della penna”, se facevamo un segno vasto, dove fosse più o meno un fiume, un rilievo. A un certo punto nella vita c’è un passaggio di testimone, la responsabilità di tramandare.

La dote

A volte penso che mi hai lasciato qualcosa
per dopo;
per quando il cuore sarebbe diventato di pozzo
mi hai lasciato almeno
la carrucola accanto al secchio
gli strumenti per tirare fuori l’acqua, non
morire per mancanza come una
beduina che ricorda l’oasi
e ha sabbia in bocca. Una che attraversa
la gioia. Basta.

Per stasera il tempo offre una grazia:

– il motivo floreale
sulla biancheria della dote –

avevi predetto “con precisione,
perché io vi vedo sempre”

(9 Marzo 2017)

Alice Serrao

13 Aprile – anniversario

Mi sono tornate in mente le lasagne,
le chiacchiere a pranzo, i sughi,
i gnocchi, il fritto, le polpette.
Viene aprile e conto
i vasetti di conserve, marmellate,
quelli che rimangono – non so
se c’è più colpa a mangiarli
o ad avanzare. E le torte, di mele
di pane, le frittelle e tutte
le ricette trascritte in dialetto.
Dura già da un anno
questo digiuno.

20.03.16

Alice Serrao