“Ut Pictura Poësis” è l’espressione latina utilizzata da Orazio nell’Ars Poetica (Orazio A. Pisone, 361) per indicare la relazione tra poesia e pittura. Potremmo tradurla con “come la pittura, la poesia” – “la poesia è come un quadro” e viceversa.
Ho conosciuto Maurizio Bondesan il 13 Marzo 2003; era stato invitato al Gruppo di Poesia “La Spera” che si teneva allora nella città di Rho. Mi era piaciuto subito: i suoi lavori, sul totem e soprattutto sul labirinto, erano interessanti. L’incontro, tuttavia, è avvenuto dopo: quando camminando nelle vie del centro sono rimasta colpita da alcuni lavori in serie esposti in un negozio di arredamento. C’era qualcosa di nuovo e allo stesso tempo di familiare, un’impronta, il cuore di mistero che ogni artista cerca di circoscrivere nella propria opera. Ho contattato Maurizio e acquistato alcuni suoi quadri. Così è cominciata la nostra amicizia d’arte: mail, riflessioni, telefonate, condivisone di immagini e parole che sono strumenti diversi per rispondere a una medesima sensibilità nello stare davanti al reale.
2024
PARTITURA
(acrilico su tela 40 cm x 40) è il risultato di una stratificazione di ispirazioni a cui Maurizio Bondesan ha più volte messo mano fino a raggiungere il risultato attuale. Lo spunto creativo deriva dal brano “Hortus conclusus” del compositore spagnolo Rodrigo de Ceballos, il quale a sua volta prende avvio dal “Cantico dei Cantici”.
Guarda qui il lavoro completo.

Sulle cose care, sulle
crepe - le cose
si sono rotte e fatte
libere; a margine
d'una partitura femminile
scaturiscono le note
e il canto che scortica.
- Eravamo interi nella
stagione dell'estate al crinale -
poi sei stato ricucito
ed eri il girasole che si sporge
il giallo cristallino l'azzurro divagante sull'affaccio.
Alice Serrao
2022
I FIORI DELL’OBLIO E DELLA FORTEZZA
(acrilico su tavola 63 cm x 106) il bulbo, la terra e la radice, il giardino spoglio da cui si erge il fiore. Ciò che sotto la linea apparentemnte punge e soccombe trova il coraggio di ergersi sopra l’orizzonte e spuntare. Come la radice dal bulbo, come il virgulto che spacca il seme. Emily Dickinson scriveva ” al cielo sempre più tende – invece / il coraggioso rovo” come si legge ai piedi del secondo quadro.
Guarda qui il lavoro completo.

I Fiori della Fortezza e dell’Oblio
Non dire il male ottunde. Non pronunciare
dimentica – io voglio essere dimenticata
nel groviglio delle stagioni
eternamente autunnali.
Sotto la riga soffocante di terreno
i rovi sepolti nell’intrico,
Tu sei
l’infiorescenza verticale,
il risalito.
Alice Serrao
2021
CARGO 3: LA COPERTINA DI LINEA DI CATTEDRA
(acrilico su tela 60 cm x 60) La copertina del mio libro “Linea di cattedra” (Samuele, 2021) è l’opera cargo 3; una serie di tele, di cui fa parte anche “Giallo” in cui segno, spazio e colore intrecciano un felice dialogo geometrico.
Guarda qui la serie completa.
2020
LUX AETERNA

2015
MEDEA
La bellezza del mito consiste nell’essere inesauribile fonte di significati e di simboli nel tempo. Nella tragedia di Euripide, Medea è mossa dal furor, la forza irrazionale che la spinge a uccidere i propri figli per vendicarsi di Giasone. E’ il conflitto tra la donna come madre e la donna come amante. Medea è, a seconda delle riletture, maga, barbara della Colchide, emblema di una società matriarcale, emigrata nella civiltà patriarcale di Corinto. E’ qui che Giasone, per sete di potere, sposerà Glauce, figlia del re Creonte. Il testo, però, prende ispirazione dall’intenso monologo di C. Wolf in cui non è Medea a uccidere i suoi figli.
Scopri il lavoro su Behance!
Medea
Ti uccidono i figli, Medea.
La folla in tumulto alle porte del tempio
li strappa all’altare di Hera
dove li avevi lasciati in custodia
ad una sacralità che già sapevi in rovina.
E addossate alle mura,
si sciolgono le bende bianche
alle sacerdotesse impaurite,
ora che cade la colpa di tutta Corinto,
come un pretesto,
nel sangue dei tuoi figli, Medea.
E “Madre” gridano “Madre”:
sale lo strazio degli urli
fino agli astri fraintesi
dall’alto della torre di Leuco,
che, disfatto, nel buio dei cieli intravisti,
fissa come scorre quell’urlo
bagnando le vie più introverse di tutta Corinto.
Ma tu non sai Medea,
come invade le piazze quel sangue:
raggruma sui ferri di Oistros,
rosso come la ruggine,
mentre sul marmo il tuo amante
scolpendo perpetua il dolore
e sulla pietra la rabbia ha il tuo volto, Medea.
Ti lapidano i figli, tu madre,
e anche Giasone ode quel gemito:
lo sente imbrunire nel pozzo
e non sa più in quale corpo
poter ritrovare ancora la sua Argo.
Sono morti i tuoi figli
e dicono che sei stata tu pazza
a farli a brani.
Eppure tu nel tuo esilio,
Medea non sai
quella voce che copre
la distanza immensa della Colchide;
ripeti che loro ti vendicheranno
e ti illudi, posando la testa
sul grembo vuoto di Lissa.
Alice Serrao
2014
SOFFIONI
(acrilico su tela 60 x 60 cm) I soffioni, i fuochi d’artificio, le stelle… la corolla che cede al soffio, al vento, libera il desiderio nella potenza dell’esplosione; mentre il colore indaga l’intensità dell’azzurro, la geometria sottesa al fiore.



Fuochi d'artificio
Le stelle che soffi sul ventre
smateriano il mondo, si alzano
esplodono i fuochi del san Carlo,
è una sera che ti vorrei accanto.
In lontananza, c'è una sera
rovesciata ti indicavo
i fuochi sulla costa. Esprimo
un desiderio e il soffione
si scorolla in un bagliore.
Non so più e divampano
i fuochi - gran finale - tu
ci hai mai pensato: noi due insieme!
Amore un solo suono
nelle conchiglie smateria
i fuochi, i soffioni, le stelle.
Alice Serrao
2012
GIALLO
(acrilico su tela 60 cm x 60) “Giallo” è la sesta di una serie di tele del medesimo formato che prendono il nome di “cargo”. Qui il colore e il testo si intrecciano in un dialogo di risonanze e di significati, completandosi senza essere uno spiegazione dell’altro.
Esplora qui da vicino i miei versi dentro il quadro.

GIALLO
Giallo, sei esatto nell’aggettivo
TOC TOC alle spalle questo
gioco da bambini e rispondo
una smorfia. Si mitiga
l’afa degli asfalti in via Torino.
Ammettilo: viaggiano gli umori
instabilità di nuvole – corteggiano?
Il sole, giallo come, non lo dico.
Lo sguardo comprensivo delle rondini,
lo sanno? Preme sulla bocca
“zitta Alice” non esistono
le cose senza sostantivo.
Gelida la mano stretta fra noi
due è una specie di segreto.
Alice Serrao





















