di Alice Serrao
Questo è il mio nuovo articolo uscito per il blog del Trotter, nella rubrica “Poesie sottobanco”. La poesia di Orazio, tratta dalle Odi, diventa l’occasione per riflettere sui concetti di durata e di immortalità. Cosa lasciamo a chi viene dopo? E’ un testo che mi affascina fin da quando studiavo al liceo, perché mi riconosco nei versi metaletterari di Orazio, nella sua dichiarazione programmatica di poesia. La poesia è una scommessa sull’immortalità. Un tentativo, profondamente umano, per vincere la morte, che tanto naturalmente ci spaventa, ma che, allo stesso tempo, dà slancio al nostro desiderio, alla nostra fame di vivere, perché ci dice che quello che facciamo, lo facciamo per l’eternità.