#09.Montale. Quando l’idraulico è in vacanza

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di Alice Serrao

tratto da Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder (1955)

Il caldo sfiancante di questa estate ha richiamato tra i ricordi un fotogramma di “Baaria” di Tornatore: è la scena in cui Mannina s’affretta a chiudere le imposte e a spostare tutti i mobili del soggiorno verso le pareti, per fare spazio al centro della stanza. Sgombrato il soggiorno, si sdraia e fa sdraiare i figli, con la pancia e l’orecchio rivolti al pavimento: solo così possono trovare refrigerio dall’onda d’afa che investe le case e le vie di questa assolata Sicilia.

L’immobilità che si respira è la stessa che s’avverte davanti a “Il muro bianco” di Fattori: la canicola che non si cura dell’ombra stampata sullo “scalcinato muro” montaliano.

Nell’ora del meriggio anche i pensieri rallentano, si dilatano; è l’estate piena delle città d’asfalto, delle metropoli che non dormono o che a dormire ci…

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#08.Merini: Montagne e Moscerini

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di Alice Serrao

O poesia, non venirmi addosso,
sei come una montagna pesante,
mi schiacci come un moscerino;
poesia non schiacciarmi,
l’insetto è alacre e insonne,
scalpita dentro la rete,
poesia, ho tanta paura,
non saltarmi addosso, ti prego.

da Fiore di poesia, a cura di M. Corti

Questa rubrica, ho sempre ricordato, nasce dal desiderio semplice e onesto di condividere una poesia bella con qualcun altro, come accade a un ragazzo che tra le file dei banchi allunghi di nascosto un biglietto al vicino. Un gesto per dire: guarda! Una poesia da trascrivere sui diari che non si usano più, nemmeno tra le ragazze.

A volte, però, capita anche qualcosa che sorprende: la ragazza che passa di mano la poesia la consegna a me, ribalta i ruoli: i ruoli si ribaltano sempre. Sul foglietto che srotolo nel mese di maggio c’è Alda Merini: sono versi di una poesia…

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#07. Poesia Sottobanco – Esercizi di immortalità

di Alice Serrao

Questo è il mio nuovo articolo uscito per il blog del Trotter, nella rubrica “Poesie sottobanco”. La poesia di Orazio, tratta dalle Odi, diventa l’occasione per riflettere sui concetti di durata e di immortalità. Cosa lasciamo a chi viene dopo? E’ un testo che mi affascina fin da quando studiavo al liceo, perché mi riconosco nei versi metaletterari di Orazio, nella sua dichiarazione programmatica di poesia. La poesia è una scommessa sull’immortalità. Un tentativo, profondamente umano, per vincere la morte, che tanto naturalmente ci spaventa, ma che, allo stesso tempo, dà slancio al nostro desiderio, alla nostra fame di vivere, perché ci dice che quello che facciamo, lo facciamo per l’eternità.

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